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La Disfagia 

di Bossi Raffaella  (Logopedista Casa di Cura "Villa Iris")

 

LA DEGLUTIZIONE

La deglutizione è l’abilità di convogliare sostanze solide, liquide, gassose o miste dall’esterno allo stomaco. Questa funzione è collegata e coordinata ad altre quali la respirazione, la fonazione, l’articolazione, la comunicazione ed il sistema nervoso. Il processo della deglutizione è il risultato di una complessa serie di eventi coordinati tra di loro. 

La deglutizione adulta viene schematizzata in tre fasi:

a)       orale: avviene la raccolta volontaria del cibo masticato e insalivato (bolo) e la sua compressione verso la faringe.

b)      faringea: il bolo passa nella zona in comune alle vie respiratorie e digestive (faringe), il palato molle (velo palatino) si alza avvicinandosi alla zona posteriore della faringe impedendo il reflusso del cibo nelle cavità nasali. Contemporaneamente la laringe, per mezzo di complessi movimenti, impedisce l’accesso del cibo alle vie respiratorie.

c)       esofagea: consiste nel passaggio del bolo dalla faringe all’esofago ed infine allo stomaco.

 

DISFAGIA

La disfagia è un disturbo della deglutizione che può causare l’ingresso di cibo, bevande, farmaci, saliva nelle vie aeree. La disfagia può essere  causata da diverse patologie neurologiche e/o strutturali: può essere il risultato di traumi a livello di capo e collo, incidenti cerebrovascolari, malattie degenerative e neuromuscolari, cancro alla testa o al collo, demenza e encefalopatie.

Conseguenze importanti della disfagia sono la malnutrizione, disidratazione, penetrazione/aspirazione, polmonite ab ingestis, dipendenza da nutrizione speciale (soprattutto entrale) e/o da cannule tracheali, qualità della vita limitata e morte. Nella disfagia possono essere presenti:

-           alterazioni a carico dei movimenti che portano alla formazione del bolo,

-           alterazioni dei movimenti della lingua e delle strutture della bocca che danno inizio allo stadio orale della deglutizione,

-           deficit della fase d’innesco del riflesso della deglutizione,

-           deficit nella fase esofagea, che non sono di competenza riabilitativa.

Tenendo conto del punto dove si verifica il malfunzionamento del meccanismo, è possibile distinguere diversi tipi di disfagia:

-           disfagia orale

-           disfagia faringea

-           disfagia esofagea

 

Segnali che manifestano un problema di deglutizione:

-          Tosse o sensazione di soffocamento mentre il paziente beve o mangia.

-          Incapacità a formare il bolo.

-          Difficoltà a spingere con la lingua il cibo verso la faringe, per cui quest’ultimo viene trattenuto in bocca.

-          Comparsa di voce velata o gorgogliante.

-          Fuoriuscita di cibi o bevande dal naso.

-          Presenza di rialzo termico senza cause evidenti.

 

E’ bene, in questi casi, esporre il problema al medico, che lo segnalerà allo specialista. Il foniatra e il logopedista sono le figure professionali che si occupano dei disturbi di deglutizione.

Il foniatra è il medico specialista, il logopedista è il riabilitatore competente.

Occorre ricordare che è necessaria una stretta collaborazione fra tutti coloro che si prendono cura del paziente:

—         Foniatra

—         Logopedista

—         Medico

—         Dietista

—         Infermiere professionale

—         Operatore socio-sanitario (oss)

—         Fisioterapista

—         Terapista occupazionale

—         Psicologo

—         Familiari

—         Altre figure di Reparto e\o Nucleo

 

NORME COMPORTAMENTALI NELLA ASSISTENZA  ALL’ALIMENTAZIONE DEL PAZIENTE DISFAGICO

-         Verificare che lo stato di attenzione del paziente sia sufficientemente adeguato ed interrompere ai primi segni di stanchezza.

-          Il paziente deve sempre mangiare o bere da seduto (anche quando è a letto); deve stare con il tronco diritto ogni volta che mangia o beve, anche se si tratta solo di qualche sorso d’acqua o di una pastiglia.

-          La posizione del capo sarà diversa a seconda del tipo di disfagia; andrà quindi concordata con il logopedista.

-          Il paziente, mentre mangia, non deve parlare.

-          Procedere lentamente con piccole quantità alla volta e assicurarsi che il paziente abbia deglutito il bolo precedente, prima di fornirgli un altro boccone o sorso.

-          Quando il problema è molto grave, bisogna fornire l’acqua con il cucchiaino, oppure utilizzare l’acqua “gelificata”.

 

Un problema rilevante è quello della somministrazione della terapia orale.

I farmaci da assumere per bocca devono avere le medesime caratteristiche di consistenza previste per i cibi. Innanzitutto è importante far presente ai medici curanti il problema disfagico, in modo che scelgano fra le varie forme in commercio del farmaco, quella più adatta. Sono preferibili i farmaci in forma liquida quali gocce, polveri solubili, sciroppi, soluzioni e sospensioni in quanto queste preparazioni possono essere addensate con apposite polveri e somministrate alla consistenza voluta. I farmaci disponibili solo in compressa, confetto o capsula possono essere somministrati con maggiore sicurezza con acqua gelificata o con una crema piuttosto che con acqua.

 

COSA DEVE MANGIARE IL PAZIENTE

Bisogna distinguere due aspetti del problema:

1)      disfagia per i solidi

2)      disfagia per i liquidi.

In funzione del tipo di problema del paziente, il medico e il logopedista pianificheranno una dieta, scegliendo alimenti con proprietà fisiche adatte.

 

DIFFERENZIAZIONE DEGLI ALIMENTI IN BASE ALLA CONSISTENZA

-          SOLIDI: richiedono una preparazione orale e un’adeguata masticazione. Questi cibi, quando possono essere utilizzati nell’alimentazione del paziente disfagico, devono comunque essere morbidi, omogenei e compatti (ad esempio: gnocchi di patate molto conditi, pasta ben cotta e ben condita, uova sode, pesce deliscato tipo platessa, palombo e nasello, souffles, verdure cotte non filacciose, formaggio crescenza, ricotta romana, pere, banane, pesche molto mature).

-          SEMISOLIDI: necessitano di una preparazione orale meno impegnativa della categoria precedente; non è necessaria la componente masticatoria. (ad esempio: polenta morbida, creme di farine di cereali, passati e frullati densi, omogeneizzati di carne e pesce, uova alla coque, carni frullate presentate come gelatine, gelatine salate e dolci, carne cruda in insalata, ricotta piemontese, formaggi cremosi, biscotti savoiardi inzuppati, budini, creme, mousses).

-          SEMILIQUIDI: necessitano di una modesta preparazione orale(ad esempio: gelato, granite, creme, passati di verdura, frullati di frutta a maggiore percentuale di liquido, omogeneizzati di frutta).

-          LIQUIDI CON SCORIE: non necessitano di preparazione orale, ma se vanno di traverso, provocano più facilmente infiammazioni all’apparato respiratorio (ad esempio: succo di frutta, latte, yogurt nelle versioni “da bere”).

-          LIQUIDI SENZA SCORIE: non necessitano di preparazione orale(acqua, the, distillato di frutta).

Per ottenere la consistenza adeguata, possono essere utilizzati i seguenti alimenti: gli addensanti, i diluenti e di lubrificanti.

ADDENSANTI:

Gelatine a freddo: possono essere aggiunte alle bevande fredde o calde senza alterarne significativamente il sapore. Gelatine in fogli: richiedono cottura e possono essere utilizzate per la preparazione di alimenti dolci e salati sotto forma di aspic rendendo le puree più gradevoli nella presentazione, oppure sotto forma di vere e proprie gelatine mescolando l’alimento alla gelatina stessa e graduando la percentuale alimento-gelatina.  Gelatina in polvere, granulari o dadi: da cuocere per alimenti dolci. Fecola di patate e farine di cereali da aggiungere durante la cottura di alimenti dolci o salati. Fiocchi di patate.

DILUENTI:

Brodo vegetale o di carne a seconda delle esigenze nutrizionali. Succo di frutta o di verdura. Latte di soya. Latte vaccino ove indicato, tenendo conto anche dei suoi effetti sulla produzione di muco.

LUBRIFICANTI:

Burro, margarina, olio d’oliva, maionese, besciamella.

L’impiego di tale categoria deve tenere presente, nel medio e lungo periodo, dell’equilibrio nutrizionale del soggetto.

 

E’ bene:

-  evitare cibi di consistenza disomogenea: minestrina con pastina, minestrone con pezzi di verdura o pastina, riso ecc.

 

In conclusione, quando esiste un problema di deglutizione, si cerchi di non stravolgere le abitudini alimentari della persona.  A noi il compito di rendere il suo pasto il più piacevole, vario e gustoso possibile.

 

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 Aggiornato il 28-04-2015 alle ore 19:10:27

 

 

 

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